L’accordo stabilisce, a grandi linee, che la società Autostrade per l’Italia possa continuare a esercitare la concessione della rete attualmente gestita, accettando:
anzi, via via che si è cercato di dare attuazione a quell’accordo di massima i problemi sono venuti fuori, a cominciare dal fatto che le “autostrade” non sono solo dei “Benetton” (che in modo indiretto ne possiedono il 25,6%) e che quindi nella vicenda sono implicati importanti attori internazionali, assicurazioni tedesche e fondi del Governo cinese, oltre che una miriade di investitori, tutt’altro che disposti a subire le decisioni dell’esecutivo italiano, soprattutto quando queste si collocano fuori dalle regole del mercato.