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22/08/2019 03:01 -
Da questo ambiente si sviluppò l'incontro tra le sperimentazioni musicali di Geoff Barrow, la chitarra jazz di Adrian Utley e (soprattutto) la voce ultra-emozionale di Beth Gibbons, una timida ex-cantante da pub, dentro la quale si nascondeva una sorta di Billie Holiday astrale fluttuante nell'iperuranio, eternamente sospesa all'incrocio magico tra l'ultraterreno celeste di Antony Hegarty e la sensualità metafisica di Sade, una voce unica, capace di tenerti in bilico tra la veglia e il sonno, in quel posto preciso tra il nulla e l'addio dove speri di trovare qualcosa che non sai bene nemmeno tu cosa sia.