Il problema infatti è che il secondo doppio lp di Bob Dylan dopo i fasti di Blonde On Blonde, non fu un deliberato tentativo di confondere i suoi fan, o peggio di allontanarsi da quella contro cultura che lo stesso Dylan aveva contribuito a creare, come in tanti hanno sostenuto:
Eric Clapton, Sly Dunbar, Nathan East, Mitchell Froom, Jerry Garcia, Randy Jackson, Steve Jones, Steve Jordan, Danny Kortchmar, Larry Klein, Mark Knopfler, Jerry Garcia, Paul Simonon, Ronnie Wood… All’ascolto invece, come scrisse Rolling Stone nel 2007, si rivelò “il peggior disco di Bob Dylan” aggiungendo che “ i fan discuteranno per sempre sul momento preciso in cui la carriera di Dylan ha toccato il fondo, ma la maggior parte ha fissato quel momento nel periodo in cui Down in the Groove è atterrato con un tonfo nei negozi di dischi nel maggio 1988”.