, mediante un piano A basato su una ricapitalizzazione in opzione ai soci, nello stile di quella già bocciata dalla proprietà aziendale lo scorso 22 dicembre ma col supporto ecoonomico dello schema volontario del Fondo interbancario di garanzia, un piano B che, come ricordato dal Sole 24 Ore e confermato dai testi normativi, prevede che, in assenza di un ritorno sul mercato dei capitali, la banca possa comunque contare sulla fornitura di liquidità a lungo termine attraverso la garanzia di Stato sulle obbligazioni, decisa lunedì per decreto e chiesta martedì dalla banca, che Carige emetterà in futuro allora scatterà il piano C, l’ultima spiaggia, la carta della disperazione, la ricapitalizzazione da parte dello Stato (quindi, la nazionalizzazione), con tutte le conseguenze, ottimistiche o meno che questo comporta.