Secondo la sentenza del Tribunale di Firenze, le chat WhatsApp tra colleghi che hanno carattere diffamatorio, nei confronti sia dei datori di lavoro che dei colleghi stessi, non rappresenta un valido motivo per procedere con il licenziamento, in quanto si tratta di corrispondenza privata.
Se queste chat possono essere utili per rimanere sempre aggiornati sulle novità e cambiamenti lavorativi, dall’altra parte diventano anche uno strumento per “parlare male” di colleghi e datori di lavoro.