In questo caso, gli autori hanno analizzato i dati specifici di Marte raccolti da telescopi, satelliti e rover al fine di ricostruire i volumi d’acqua storici, in forma liquida, di vapore o di ghiaccio, presenti su Marte, per studiare, quindi, la composizione chimica dell’atmosfera marziana e la crosta.
Ma come ha spiegato Scheller in una dichiarazione della NASA, la fuga atmosferica dell’acqua marziana “non spiega completamente i dati che abbiamo circa la quantità di acqua che esisteva effettivamente una volta su Marte“.