Chloe - Tra seduzione e inganno, è forse il titolo più sbilanciato verso l’industria di tutta la sua filmografia, e non solo perché nato come progetto su commissione, o perché remake di un altro film, il Nathalie… di Anne Fontaine.
Torbido e patinato, eccessivamente incline alle facili pruriginosità di certo cinema hollywoodiano, assai attento a non oltrepassare i confini di un certo moralismo di fondo in quel che è lecito e quel che non è lecito mostrare, Chloe è chiaramente un film sull’eros e sul desiderio, incarnati dalla figura perturbante dell’omonima escort interpretata da Amanda Seyfried, che piomba nella vita della ginecologa Catherine (Julianne Moore, nei panni di una che viene presentata mentre spiega a una paziente che l’orgasmo altro non è che una semplice serie di contrazioni muscolari, tanto per mettere subito le cose in chiaro) e, indirettamente, in quella del marito David (Liam Neeson), professore universitario cui piace fare il piacione con cameriere e studentesse, e che forse tradisce la moglie.