Una tavola rotonda che si è poggiata su un dialogo pregresso, curati entrambi da una donna di teatro a tutto tondo quale è Renata Molinari, e che proprio da tale proteiformità trae linfa per indagare alcune questioni legate alla percezione da parte degli artisti del proprio orizzonte di ascolto, delle possibilità di consapevolezza in relazione al linguaggio condiviso con i propri pubblici.