Un’altra tendenza che prevale quando si raccontano i femminicidi è empatizzare con la persona indicata come responsabile della violenza, assumendo dunque il suo punto di vista.
si nominano “follia” o “raptus”, si usano espressioni come “delirio omicida”, si parla esplicitamente di “perdita di controllo” da parte dell’aggressore, facendo pensare che i femminicidi siano il risultato di qualcosa di improvviso o legato a uno stato emotivo eccezionale, anche quando si raccontano storie in cui c’erano state denunce o gli episodi di violenza erano quotidiani e reiterati.