Sviluppato dai ricercatori della Stanford University, l’impianto cerebrale gli ha permesso di pilotare un drone virtuale (in una sorta di videogioco) attraverso percorsi complessi semplicemente immaginando di muovere le dita.
Il partecipante ha espresso il desiderio di utilizzare un’interfaccia cervello-computer per controllare un quadricottero, in quanto lo vedeva come un simbolo di libertà e superamento delle sue limitazioni fisiche.