“Sicuramente non poter scalare l’Everest non è niente paragonato alle altre conseguenze del coronavirus”, afferma Adrian Ballinger della Alpenglow Expeditions, una delle agenzie di guide alpine colpite dalla chiusura.
Anche negli anni in cui l’incidenza delle malattie è più bassa, pochi alpinisti sopravvivono senza ammalarsi al percorso di due settimane attraverso la valle del Khumbu, fino a raggiungere il campo base dell’Everest in Nepal.