La pandemia, di cui peraltro non si vede una conclusione prossima nonostante le speranze riposte nei vaccini, sarà seguita da una crisi economica di dimensioni “bibliche”, come scrisse Mario Draghi lo scorso mese di marzo, all’inizio del primo lockdown.
In queste parole, si potranno vedere solo le fantasie di un visionario su cui non vale la pena insistere, tanto più in un momento di grave crisi, dove è necessario – qualcuno dice – mobilitare le risorse verso settori più tradizionali, in grado di assicurare un maggiore coinvolgimento sociale e produttivo (ad esempio, piani di investimenti pubblici in infrastrutture, di cui c’è senz’altro un grande bisogno).