E allora viene in mente l’innocente “bimbino” sofferente che Mitja Karamazov vede in sogno, simbolo dei tanti scartati o cacciati dalla storia;
e diventa attuale anche ciò che, in modo drammatico, chiese Dostoevskij nel suo celebre discorso su Puškin dell’8 Giugno 1880.
È, perciò, il tremore di fronte al destino proprio, dell’altro, della storia.