La sua ansia era palpabile e di un rosso più intenso del vino che stava bevendo, lo stesso colore di quel sangue che aveva macchiato le sue mani imprimendo in lui il segno di una colpa che neanche la prigionia era riuscita a lavar via.
La sera, seppur coccolata da una leggera brezza che danzava insieme al fogliame dei pini, questa volta non dava consiglio né sussurrava dolci ricordi di un passato dove l’uomo, oramai bianco di una folta barba che riempiva un vecchio viso scavato, era stato sovrano di un regno.