Parlare oggi di digital divide, significa sottolineare non solo l’accesso alla connessione e ai device tecnologici, ma anche le differenze di valori, modelli cognitivi, stili di relazione e modelli di apprendimento tra “nativi” e “immigrati” digitali, rappresentati dalle generazioni precedenti (in particolare Boomers e X-Gen).
1 e ai paradigmi di rilevazione del DESI (Digital Economy and Society Index), della Commissione Europea, alla Web Literacy di Mozilla, alle numerose classificazioni disegnate dalle società di consulenza con i cosiddetti “Digital Maturity Models”, dalle associazioni che fanno educazione digitale con i loro modelli “open source” e così via.