I dati vengono inviati allo smartphone e di lì caricati sulla piattaforma online di Digit Soil formando un data base delle condizioni dei campi.
Nel suo caso, assieme alla collega Sonia Meller, ha inventato un dispositivo che una volta poggiato sul suolo può dire molto dello stato e della composizione:
si arriva a sapere quali molecole gli organismi del suolo trasformano, dunque i nutrienti e quanto e quando si può piantare, oltre alla stabilità del livello della CO2 o al contrario se viene rilasciata nell'atmosfera quando la terra si è impoverita troppo.