Il vero problema è che questa tecnologia avveniristica, di cui tra l’altro l’Italia è in prima fila, viene osteggiata dai movimenti verdi ed ecologisti di mezza Europa:
«è una scusa per ergersi a campione mondiale della battaglia ambientale», attacca Pelanda identificando nell’ultimo accordo nel G20 di Venezia la “prova” della retorica europea ben lontano dall’effettiva lotta pro-green.