Quando si parla di politica industriale, in Italia si parla solo di salvataggi pubblici, cioè con i denari dei contribuenti e per lo più non si è nemmeno capaci di portarli a termine.
Intanto un cupio dissolvi circonda l’industria italiana, biasimata, messa sotto accusa, odiata dagli stregoni dello sviluppo zero.
I settori che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+8,1%), l’industria del legno, carta e stampa (+7,0%) e la fabbricazione di prodotti chimici (+2,9%).