La Cina, considerata da decenni il “motore” mondiale della crescita, ha ormai esaurito le possibilità di crescita più semplici e accessibili (trasformare milioni di contadini in operai e costruire fabbriche e grandi infrastrutture);
A queste determinanti strutturali, si aggiungono variabili strettamente connesse alla politica economica come la guerriglia commerciale in atto tra Usa, da un lato, e Cina (e, in misura minore, Ue) dall’altro, e una strisciante, ma sempre più palese, guerriglia valutaria.