Subito dopo il voto e in base ai risultati, cominceranno le grandi manovre per il Quirinale.
Mario Draghi ha deciso senza cedimenti sugli uomini da collocare al vertice delle aziende a partecipazione statale (la Cassa depositi e prestiti, le Ferrovie, l’Ilva), ha salvato la complessa architettura che dovrà gestire il piano per la ripresa dalle insidie delle regioni, dei sindacati, dei singoli ministeri, pur con qualche concessione, ha mediato sul decreto semplificazioni, dando prova della capacità di smussare, sopire, rinviare, per andare avanti senza tentennamenti, ma con un ampio consenso.