Nulla del genere in Hotel Artemis, che col suo immaginario steampunk, la scenografia severa – e d’indubbio effetto – di muri screziati e luci al neon che saltano ogni due minuti, l’aria terminale da redde rationem della civiltà occidentale, gonfia un action narrativamente esile di pretese al di sopra delle sue possibilità, condito da battute che vorrebbero essere proverbiali – come quella di Jodie Foster secondo cui l’Hotel Artemis si fonda su due capisaldi della natura umana, la cupidigia e la fiducia.