Amazon ha comunicato volontariamente al governo che tra il 2011 e il 2018, i suoi processi di screening automatico non sono riusciti a impedire che, persone nella blacklist e quelle residenti in paesi con sanzioni commerciali come l'Iran, la Siria e la Crimea, acquistassero beni e servizi sul proprio sito.
I sistemi di Amazon non sono riusciti individuare e riconoscere i nomi presenti nella blacklist, anche se scritti correttamente, e non sono stati in grado di localizzare posizioni di ambasciate situate in determinati paesi e errori ortografici per altri luoghi soggetti a sanzioni commerciali (ad esempio "Krimea") L'importo di circa 135.