Viceversa, buona parte di quelli che hanno perso occupati lo erano per la maggiore stabilità dell’occupazione, per orari di lavoro e salari erogati più elevati e collegati a una maggiore produttività del lavoro.
La natura degli interventi adottati dai nostri legislatori per puntare a una crescita quantitativa e qualitativa dell’occupazione, focalizzati su continui mutamenti delle normative volte ad ampliare o restringere la flessibilità del lavoro, e su sgravi contributivi finalizzati a favorire le assunzioni a tempo indeterminato, hanno generato incertezze nella gestione dei rapporti di lavoro e favorito i comportamenti opportunistici dei datori di lavoro, senza modificare sostanzialmente le tendenze strutturali dei salari e dell’occupazione.