La credibilità del governo e di Bankitalia erano andate perdute e il loro riacquisto avvenne solo con la nascita dell’euro.
L’anno successivo, il ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, scriveva al governatore Carlo Azeglio Ciampi, comunicandogli che non avrebbe avuto più l’obbligo di acquistare i titoli di stato andati invenduti alle aste del debito pubblico.