Un Dino Risi del 1965 vuol dire un Risi del periodo d’oro, colto nel suo momento assoluto, quando tutto gli riusciva straordinariamente bene e i capolavori o quasi capolavori gli uscivano dalle mani uno dopo l’altro.
L’ombrellone resta il film più estremo del Risi anni Sessanta (anche più dei Mostri), dove non si fanno sconti, dove la nuova Italia dell’arricchimento rapido è mostrata nei suoi lati più oscuri, l’avidità, la depravazione di una borghesia piccola piccola pronta a ogni compromesso, la festa sulla sabbia come rito tribale e feroce.