Il merito va però anche ai due straordinari interpreti scelti per questi ruoli tanto complessi e spaventosi, che sono Rami Malek e Taron Egerton, ugualmente vincenti ma da inquadrare coerentemente in diversi gradi di separazione qualitativa, confronto che proveremo a mettere in scena in questo articolo.
Malek si muove dunque senza mettere parte di sé nel Mercury che interpreta, né un singolo atto dinamico di ribellione né tantomeno una parola cantata, visto l'inimitabile timbro dell'artista che ha costretto per forza di cose a optare per un playback evidente che spezza - purtroppo - la sospensione dell'incredulità, sia per quanto riguarda il biopic, sia soprattutto per il lavoro di Rami Malek.