L'esperimento del «Grande Fratello», ormai sgangherato laboratorio dell'errore e dell'orrore, ci dice che la normalità ha preso il posto della norma, che l'ombra (simulacro o inconsistenza, non importa) sta sostituendo l'uomo reale, che la credulità è l'ultima religione di questo regno delle ombre.
Non si capisce più cosa sia diventato il «Grande Fratello», se un esperimento per trasformare gli umani in topi da laboratorio o una «filosofia di vita», senza obbligo di riflessione, senza doversi preoccupare di salvare il mondo o, ancora, una sottile perversione circa il guardare, includendo chi guarda in ciò che guarda.