“è per il suo bene, perché Assange, essendo un traditore, è odiato da molti, e se dovesse stare con gli altri potrebbe essere aggredito…” Ma l’esempio più pazzesco di questo “interesse per il nostro bene” è stato quando l’assistente di Assange che mi accompagnava ci ha portato il caffè.
La settimana scorsa sono andato a visitare Julian Assange nella prigione di Belmarsh e un piccolo dettaglio, di per sé insignificante, ha attirato la mia attenzione in quanto tratto emblematico di come le prigioni operano in funzione del nostro bene (di noi visitatori e dei detenuti).