A rischio c’è l’immagine e la sostanza del “paese più ricco e stabile del Sudamerica”, come veniva dipinto universalmente da stampa ed osservatori, e che si fregia dell’appartenenza all’Ocse, ma che da tempo mostrava problemi seri, non ultimo quello del suo sistema previdenziale.
L’indicatore più eclatante della crisi è l’andamento della moneta cilena, il peso, che è ormai in caduta libera, con un deprezzamento del 6% in tre giorni, al punto da aver costretto la banca centrale ad un primo, limitato ed inutile intervento per alleviare la violenta fame di dollari dei cileni, che cercano di proteggere risparmi e potere d’acquisto, dimostrandosi in questo classicamente sudamericani, non per colpa loro.