Prima donna regista ad essere stata candidata agli Oscar e recentemente lodata della medesima statuetta con un premio alla carriera, la Wertmüller riporta tramite Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica il proprio cinema nel pieno del puro divertissement ideologico, creando una storia che sa di pochade e guarda, al contempo, all’universo di Giovannino Guareschi, ambientazione romagnola compresa (Don Camillo e Peppone erano sindaco comunista e un prete, qui abbiamo un fedele a Rifondazione e una leghista) E, una volta messe le carte in tavola, l’opera della Lina nazionale prende propria vita grazie alle ruspanti interpretazioni di Solenghi e Pivetti, specchio di quello che furono Giannini e la Melato nei titoli anni Settanta della regista di Pasqualino Settebellezze, veri e propri mattatori della scena.