E' quanto emerge da una stima dell'Ufficio studi Confcommercio sugli effetti di un rialzo dell'inflazione sui consumi delle famiglie nel quarto trimestre 2021 L'associazione dei commercianti stima che nell'ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi nell'ipotesi - non tanto irrealistica - di un'inflazione al 4% In entrambi i casi, quasi i tre quarti della perdita deriverebbero da un'immediata riduzione del potere d'acquisto del reddito disponibile, il resto dall'erosione della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida Su questa riduzione dei consumi pesa, peraltro, anche l'aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell'energia che si è già trasferito sulle bollette di luce e gas (nonostante i sostegni stanziati dal governo per neutralizzare, in parte, gli effetti di tali aumenti sui bilanci delle famiglie, in particolare di quelle più fragili sotto il profilo del reddito da lavoro) Secondo l'Ufficio studi Confcommercio per il 70% le perdite stimate sono dovute a immediate riduzioni di potere d'acquisto del reddito disponibile;