Pensato per essere ascoltato in macchina, o in sella ad una moto, sfrecciando a 130 km/h nel buio della notte, il brano, riconferma dell’abilità interpretativa, della presenza scenica e della poliedricità di Jalisia Dollson, ci ricorda che infondo, a volte, siamo tutti “Dreamers in Las Vegas”.
E proprio come un’autostrada avvolta dalla carezza del cielo, con il suo manto di stelle a cui l’uomo affida desideri e fantasie, in un’incessante antitesi tra l’inerzia della quiete e il dinamismo insito nei sogni, “Dreamers in Las Vegas” è un tuffo a capofitto nella silenziosa frenesia dell’oscurità, in cui si susseguono le vivide polaroid di una società cieca ed arrivista, costantemente bramosa di possesso e di controllo.