L'opera è fortemente autobiografica e nello stesso tempo obiettiva, nel momento in cui pone un parallelismo tra le vicende del mito, nell'Odissea, e le vicende reali della vita dublinese, filtrati attraverso un gusto personale per la filosofia, l'arte, la storia del linguaggio e le sue variazioni.
Appartiene ad una famiglia della buona società di Dublino, le cui condizioni finanziarie vanno però via via declinando fino al punto che l'indigenza lambisce la famiglia Joyce in modo preoccupante.