il report evidenzia come a livello globale, il 52% dei fornitori di servizi di telemedicina ha sperimentato situazioni in cui i pazienti hanno rifiutato videochiamate con il personale medico, adducendo timori per la privacy e la sicurezza delle loro informazioni sanitarie.
Purtroppo, per le sessioni a distanza la metà dei medici (inclusi quelli italiani) utilizza app che non sono pensate per la telemedicina, e quindi sviluppate in modo da proteggere in maniera robusta le informazioni, ma si affidano ad app comuni come Zoom, WhatsApp, Facetime, Facebook Messenger.