E la terza stagione di Killing Eve, una delle serie preferite da queste parti, ha offerto diversi spunti di riflessione, diversi motivi di plauso, e anche qualche zona d’ombra in cui riconoscere la peculiarità produttiva della serie, cioè il fatto che ogni stagione è sviluppata da un’autrice diversa (quest’anno è toccato a Suzanne Heathcote) che inevitabilmente impone il proprio sguardo e la propria prospettiva, con la possibilità di alzare il tasso di creatività e freschezza dello show, ma anche con il rischio di non tenere saldo il timore della barca.