Spesso, disperati e affannati, si rifugiano in finali aperti, grandi esistenzialismi, considerazioni sull’amore, annacquando, dimenticando e trascurando sempre di più l’intreccio che invece, all’inizio, nei trailer e negli spunti aveva funzionato così bene.
L’amore a domicilio (con questo titolo che dovrebbe richiamare gli arresti domiciliari ma sembra più il claim di una pubblicità di Deliveroo durante il lockdown) poteva essere moltissime cose e ad un certo punto sembra quasi una versione nostrana (molto nostrana) del racconto popolare The Giving Tree, sembra cioè girare intorno all’idea di cosa accade quando qualcuno si dà ad oltranza (Spike Jonze ci aveva girato un bellissimo corto distribuito solo online nel 2009, I’m Here), invece no.