Ma la maxi-svalutazione in vista con la fissazione di un tasso di cambio prossimo a quello di mercato per gli iraniani significherà pagare a prezzi molto più alti tutti i beni di prima necessità importati dall’estero.
600 centri di “mining” in tutto il paese, persino quelli che aveva precedentemente autorizzato.
E gli stessi iraniani restano profondamente inclini al “mining”, puntandovi per cercare di proteggere il potere di acquisto, altrimenti compromesso da un cambio costantemente al collasso.