In questo modo, gli emigranti libanesi, così come i risparmiatori siriani portavano i loro denari presso le banche locali, le quali non li utilizzavano per investirli nell’economia reale o sui mercati finanziari, bensì semplicemente per offrirli alla Banca del Libano.
La società incaricata di condurre un’audit sulla Banca del Libano ha avuto accesso solo al 43% della documentazione che le sarebbe servita per indagare sulle responsabilità dell’istituto in merito alla gravissimi crisi economica e finanziaria esplosa nel Paese dei Cedri da circa un anno.