Aumenta anche in Europa la diffusione degli stabilimenti per la coltivazione idroponica insediati in impianti industriali in disuso con lo scopo di fornire verdure a km zero cresciute consumando pochissime risorse (il 95% di acqua in meno rispetto a quelle tradizionali, per citare uno dei parametri più noti) e senza quasi ricorrere a pesticidi, perché non necessari.