Il giudice di Appello, infatti, non concorda con la pronuncia di primo grado ritenendo non provato l’abuso contestato dal datore di lavoro, e relativo all’uso dei permessi, in quanto le testimonianze e la relazione dell’agenzia investigativa affermava che la dipendente si era effettivamente recata presso la dimora della persona assistita (malata di Alzheimer) per un numero di ore ben oltre quelle dell’orario di lavoro, e comunque prevalente, anche in esclusione del corso di formazione sulla stessa patologia, a cui aveva preso parte nel corso di un pomeriggio, presso l’Università locale.