Antonella Orefice, con Eleonora Pimentel Fonseca (Salerno editrice, 2019) ricostruisce non solo la vita dell’eroina della Repubblica napoletana del 1799, ma anche lo scenario politico, sociale e culturale in cui si inserisce l’esistenza di questa sfortunata e coraggiosa donna, antesignana delle rivendicazioni femminili del Novecento.
Di fronte al bagno di sangue (oltre 13mila giustiziati) voluto da Ferdinando e dalla moglie Carolina, regina dalla grande influenza sulle decisioni del marito, figlia di Maria Teresa d’Austria e sorella di Maria Antonietta di Francia (e che pertanto vedeva la Rivoluzione come il fumo negli occhi, dopo la fine miseranda della sorella sulla ghigliottina), e di fronte al racconto della dignità serbata da Eleonora sino all’ultimo, fa impressione leggere le annotazioni dal Diario Segreto del sovrano, in corrispondenza della data del 20 agosto 1799, giorno dell’esecuzione della Fonseca Pimentel: