Gertrude Stein, nella Parigi traboccante di talento e di inventiva della Belle Époque, fu a dirla tutta, con la complicità della compagna Alice B.
Non è un caso che, nel tentativo di catalogare lo stile sfuggente e inedito di Gertrude Stein, gli studiosi siano giunti all’affascinante dicitura di “scrittura cubista”.
La ricercata frammentarietà predicata da Gertrude Stein è, in realtà, un meraviglioso, gigantesco tentativo di riconciliazione dell’interezza, l’osservazione sentimentale e scientifica di una realtà vivisezionata nel suo cangiante e inarrestabile divenire.