Un “working paper” dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP), pubblicato sul suo sito in lingua inglese, ha trovato risultati interessanti sugli effetti del cosiddetto “smart working”, il “lavoro agile” a cui milioni di italiani hanno dovuto ricorrere in piena emergenza Covid.
A parte che si è trattato essenzialmente di espletare a casa le medesime mansioni svolte in ufficio, sottolinea lo studio, dalla ricerca è emerso che in Italia esso sarebbe finito per favorire i lavoratori che già percepivano redditi più alti, traducendosi in un premio medio di 2.