Una delle prime cose che saltano all'occhio, in Motherless Brooklyn, è la fotografia di Dick Pope, collaboratore abituale di Mike Leigh.
L'intreccio di Motherless Brooklyn, infatti, complesso lo è eccome.
È quindi nella sua evidenza che Motherless Brooklyn va giudicato, nel ritmo al tempo stesso antico e moderno imposto da Norton al suo film, che da un lato sembra appoggiarsi a certe mollezze romantiche legate a quel cinema che non sembra più avere spazio sugli schermi, negli anni delle frenesie cinefumettistiche, e dall'altro invece insegue un nervosismo quasi patologico e caleidoscopico, che ricalca tanto la postmodernità letteraria quanto la sindrome di Tourette del suo protagonista, e le imprevedibili variazioni del jazz.