colmare, attraverso il mezzo cinematografico, non solo l'oceano fra Arabi ed Ebrei in Israele ma "mostrare anche le criticità interne ed evidenziare stereotipi estremi, per mostrarli in un modo nuovo".
Ad aggiudicarsi il primo premio la regista attivista arabo-isreliana Jasmine Bakria, con il suo U-Turn, opera prima che - come lei stessa ha dichiarato in un'intervista a Nirit Anderman pubblicata sul quotidiano progressista israeliano Haaretz - "non parla soltanto del rapporto fra Arabi ed Ebrei, ma anche di quello che gli stessi Arabi hanno fra loro".