Di stagflazione cinese si parlava già nel novembre scorso tanto che Pechino pensava di applicare una tassa sui dati contro Big tech.
Ma dopo il crollo dell’indice di Shanghai cominciato il 14 febbraio 2021, l’ipotesi di una recessione conseguente alla stagflazione cinese si fa sempre più concreta.
Tutto ciò non può che abbattersi anche sull’occidente, dal momento che la Cina è il maggior fornitore di merci nei paesi occidentali, una questione che sta causando un incremento repentino dei prezzi.