Quelle parole pesanti iniziali, che sembrano dipingere la Svizzera come un colabrodo digitale, vengono però mitigate nel rapporto semestrale più recente da Florian Schütz, direttore dell’Ufficio federale della cibersicurezza, che sottolinea che “ essere aperti per nessuna ragione” e raccomanda anche di “pensare a una strategia che permetta di tenere i computer destinati alla comunicazione con gli ospiti separati dal resto della rete”: