Se a questo aggiungiamo il fatto che buona parte delle ambientazioni di Polaroid sono quelle di vecchie case piene di scricchiolii, che la protagonista lavora part time in un negozio di antiquariato, che per andare all'origine del male si dovranno scartabellare vecchi quotidiani cartacei, e che al suo film Klevberg dona un look buio, polveroso e tendente all'ocra, per nulla simile a quello dei filtri più vintage di Instagram, si potrebbe quasi dire che Polaroid è un film che racconta della paura (e insieme, forse, di una qualche fascinazione) delle generazioni più giovani per un passato pre-digitale in fondo vicino ma lontanissimo nella pratica della vita quotidiana.