Le stelle di Portrait de la jeune fille en feu sono tre, perché in assoluto - e nel particolare del concorso di Cannes dove il film è stato presentato - sarebbe ingiusto scendere sotto alla soglia della sufficienza.
È un melodramma, Portrait de la jeune fille en feu.
una sessione di autoritratto nudo e disteso, con lo specchio in cui la pittrice si guarda piazzato ad altezza pube della sua innamorata), Portrait de la jeune fille en feu trova però il suo più grande limite nel non riuscire a scrollarsi di dosso tutto l’impianto intellettuale e formale che la Céline Sciamma (magari una brava regista, ma non una grande regista) ha studiato a tavolino.