il Fiscal compact, che continua a determinare la politica fiscale europea nonostante siano passati otto anni dalla sua approvazione e non sia stato integrato all’interno dei Trattati dopo una “prova” di cinque anni come stabilito nel 2012.
Mentre la maggioranza va in fibrillazione non solo sulla riforma del Mes, ma anche sulla struttura di governance delle risorse che il nostro Paese riceverà dal Recovery fund, che resta ancora sotto minaccia di veto da parte di Ungheria, Polonia e Slovenia, Gustavo Piga, professore di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma, ricorda che solamente i circa 81 miliardi a fondo perduto in arrivo dall’Europa verranno utilizzati per nuovi investimenti pubblici, “perché non fanno aumentare il deficit e sono quindi attraenti per un Governo che teme molto di indebitarsi ulteriormente”.